Ragazza di Mirandola

Nella piazza di Mirandola c’è una ragazza che aspetta. Sono le quattro del mattino e le batte forte il cuore.
Ha i tacchi alti e le gambe snelle. Ha occhi che riflettono la luce delle stelle e un sogno che sta per avverarsi. Nel silenzio della notte si innamora dei bagliori che illuminano le strade, nel silenzio della notte non vede l’ora che arrivi domani.
Ha capelli neri lisci, un vestitino elegante e una bottiglia di lambrusco tra le mani.
La luna e i lampioni illuminano una casa che fa angolo con la via, sopra al bar. Lei la guarda e sorride.
Nella mano una bottiglia di lambrusco e nell’altra due bicchieri di vetro con lo stelo lungo.
Chiude gli occhi e si lascia accarezzare dalla brezza di quest’ora. I sogni si avverano.
I sogni si avverano domani.
Nella piazza di Mirandola c’è una ragazza che guarda gli scuri di legno della casa che ha appena comprato. Le sembra un sogno. Per realizzare il suo desiderio ha lavorato come una pazza per anni, con disciplina e sacrifici. Ha risparmiato intere buste paga, straordinari e centesimi, piano piano, con passione e amore. Come un contadino che semina con pazienza un campo zollato infinito, sotto il cielo blu.
I suoi occhi ammirano le finestre della casa, è una ragazza dai valori di altri tempi. Sorride e sogna i fiori rossi sul davanzale, il riflesso delle abat jour all’interno, la luce del sole al mattino e il profumo del caffè al risveglio.
Nella piazza di Mirandola c’è una ragazza che lavora in una fabbrica e fa un mestiere da uomini.
Ogni giorno, quando la incontrano, i suoi colleghi le fanno i complimenti e le sorridono. Perché a lei piace costruire. Lo fa tutti i giorni a lavoro, lo fa tutti i giorni nella vita. Nei pomeriggi di cielo blu coltiva il campo del nonno e raccoglie con passione i frutti della terra, accarezza le piante al tramonto e poi corre a casa per cambiarsi e andare a ballare in piazza con le amiche.
Ha sandali che mettono in risalto le sue gambe e una bottiglia di lambrusco per fare un brindisi col suo amore.
Ha festeggiato tutta la sera con le amiche. Ma non poteva andare a dormire senza un bacio del suo ragazzo.
Anche lui fa un lavoro da uomini, fa il vigile del fuoco, e finisce il turno alle quattro.
Nella piazza di Mirandola c’è una ragazza che ama la musica e le orchestre, che ama il vino rosso e il buon cibo, una ragazza che ha gli occhi azzurri come il cielo e la pelle liscia come una pianura.
I seni morbidi come colline e il cuore infinito come il mare.
Nella piazza di Mirandola sono le 04.03 e il mondo crolla. Lei sente il rumore e trema come la terra.
La bottiglia le cade di mano ed esplode, rossa come il sangue, in frantumi. Mirandola crolla attorno a lei, nel boato più silenzioso che abbia mai sentito. Ogni secondo dura una vita e dal rumore non ci si ripara nemmeno con le mani sulle orecchie.
Nella piazza di Mirandola ci sono solo macerie e lei immobile mentre guarda quella che sarebbe diventata la sua casa domani. Il cuore batte forte. Ma adesso è diverso. E non c’è più silenzio e non c’è più magia. Il vino è una macchia di sangue in una terra d’amore. I cocci brillano nella luce della luna.
Tutto quello per cui aveva risparmiato, tutto quello per cui aveva lottato, pianto e lavorato, adesso non esiste più.
Nella piazza di Mirandola c’è una ragazza che sente le sirene e sa che neanche il suo ragazzo arriverà, adesso. Ma non pensa a sé stessa, non pensa alla casa, non pensa ai sacrifici e non pensa al risparmio.
Nella piazza di Mirandola c’è una ragazza. Si chiama Emilia. Vive al centro dell’Italia ed è ancora in piedi.
I suoi occhi grandi guardano i riflessi dei lampeggianti e il caos della sua città.
Adesso trema ed è scossa. Ha freddo e paura. Ma nel delirio dell’attimo sogna ancora domani.
Perché tra tutte le certezze che crollano, Emilia ne ha una che è rimasta in piedi.
Domani sarà un nuovo giorno per ricostruire tutto quanto.
Perché a Emilia piace costruire.
Lo fa tutti i giorni.
E lo farà con amore anche domani.


Un Commento

      • Io non ho parole….. sono di MIRANDOLA, mentre leggevo sono ritornata al 20/05/2012 nel centro della MIA PIAZZA detto “listone”, con la bottoglia in mano, il SILENZIO, e giravo intorno, come il girotondo, nella mia PIAZZA che bella…… è un racconto VERO e chi NON HA VISSUTO quei famosi 16gg (dal 20/05/2012 al 04/06/2012 ultima scossa di 5.1) non può capire fidatevi, mi ricordo che quando sono tornata a piedi nella MIA PIAZZA camminavo piano piano, la paura di calpestarla, mi guardavo attorno paurosa di alzare lo sguardo e vedere la REALTA’, accettare di RITORNARE DA CAPO……. un abbraccio FORTE FORTE a tutti che hanno vissuto questo orrore ….. un abbraccio quello che ho dato a mio figlio e marito quando non riuscivamo a stare in piedi nella nostra casa……

  1. E’ CON LE LACRIME, CHE TI RINGRAZIO PER AVER SRITTO QUESTO, IO MI SENTO CITTADINO DELLA BASSA, HO INIZIATO LI A FARE IL POMPIERE NEL 1983, POI HO FINITO NEL 2011……..UN SALUTO
    ARNALDO BARUFFALDI

  2. oggi è una giornata particolare, ho comperato due libri dedicati al terremoto,ne ho letto alcune pagine di uno, e le lacrime scendevano senza ritegno, adesso questo bel racconto….quante emozioni…ma sono serena .
    Complimenti è molto bello! ho sbirciato anche gli altri racconti…sembrano tutte storie vere…forse lo sono davvero.
    un saluto Magda

  3. Non ho ancora smesso di avere paura …
    Onore a noi emiliani che abbiamo tanta forza per ricominciare nonostante un governo che ci ha lasciato soli …
    Forza Emilia 🙂

  4. che dire….. non ci sono parole non c’è commento che possano avvalorare di più delle stesse parole di questo semplicemente MERAVIGLIOSO racconto , anzi Storia di vita vissuta , reale e concreta!!!! grazie all’autrice di permettere a noi “lettori” di entrare in un segmento della Sua vita e di provare insieme a Lei forse le stesse vibrazioni ,e/o emozioni ancora diverse di quel lunghissimo attimo di quella notte quasi mattina!!!
    Complimenti!!!

  5. mi pare di capire l’animo dell’autore…mi pare di capire chi sei….grazie per questa forte emozione che mi hai regalato! un abbraccio anna

  6. Che bravo che sei! Complimenti! Io sono emiliana e ho apprezzato moltissimo questo tuo racconto. Se ti va di sbirciare nel mio blog, trovi la sezione “storiEmiliane” che raccoglie alcune storie vere del dopo terremoto che ho scritto in questi mesi.

  7. E’ una verità che dovrebbe servire a riflettere e far riflettere tutti , purtroppo questi eventi sono sempre più dolorosi , il coraggio serve ma non basta ci vuole più buon senso e più riguardo per la vita delle persone che in molte occasioni la perdono perchè qualcuno prima di loro a fatto male il suo operato . Auguri a tutte quelle persone che sono state colpite in qualche modo da questi tragici eventi.

  8. Assolutamente penetrante… Tutto in frantumi.. Tutto crolla e come per incanto tutto rinasce… Non sono di Mirandola anche se molto vicino… E ti dico che ogni Vostro cuore fabbrica mattoni di speranza su fondamenta come le tue parole…

    Damian.
    Ostiglia

  9. Quando ancora tutto era normale e guardavo la mia casa nuova, osservavo ogni piccola cosa comprata per abbellire. le guardavo compiaciuta. Una lampada guardavo, spesso una lampada di Murano a forma di pesce con tanto di firma autenticata di un famoso vetraio.Orgogliosa ero e .pensavo dovesse succedere qualche cosa alla casa la prima cosa che faccio prendo la lampada e fuggo….Il destino , ha fatto si che ci sia stato da fuggire scappare urlare piangere disperarsi e ancora stare male e .pensare ogni giorno…. speriamoche non succeda più …Speriamo….
    Ma tornando a quel momento terribile la prima cosa che cercai fu la mano piccolissima e scarna di mia madre che mi chiamava e da sola non sarebbe riuscita ad uscire o sa rebbe caduta pe r le scale o peggio ancora ….altro che lampada hanno prevalso i sentimenti ciao mamma
    un abbraccio Adele ….il mio è un piccolo pensiero reale il tuo è una grande opera che tra realtà e fantasia racconta di una persona che di diventa all’ultimo inaspettatamente la nostra

    regione ….bravo ADELE

      • Onorata pure io . sto pensando in questo momento alla sensibilità di una persona che scrive con tanto sentimento … ma esiste veramente ancora oggi ? Io spesso sono molto triste, vedo intorno a me cose che spesso fanno stare male. tanta ipocrisia gratuita si dice una cosa e se ne fà
        un’altra si è uniti e soli allo stesso momento .é vero la solitudine uccide , uccide l’anima ci si aggrappa agli specchi …..io parlo per me stessa a volte vorrei avere un’altra vita avanti a me per capire , studiare , aiutare,amare ………essere amata…..Sentirsi a posto ecco…sentirsi capita non essere trasparente non avere la paura del domani .forse facciamo finta di essere forti
        abbiamo bisogno di aiuto io almeno sento di avere bisogno di sostegno ma non sostegno di ascolto ma di dialogo, di voce , respirare a pieni polmoni libera come l’aria……forse capiterà dopo la pioggia viene il sereno….
        buona notte
        Adele

  10. Ho le lacrime agli occhi…Questa ragazza è tutti noi…noi che crediamo…noi che costruiamo…noi che amiamo…Amiamo lei e le sue radici. Questa ragazza è tutti noi. Perchè noi siamo l’Emilia.
    Monica da Carpi

  11. ho vissuto come volontario la bomba dei Georgofili a Firenze, e non solo….dal 93 in poi, la mia passione è il volontariato e mai come oggi mi sono sentito fiero di avere come compagni di viaggio persone che lasciano da parte tutto per gli altri (un caro amico è un’autista del 118 di Mirandola, ho tanti amici VVFF o operatori sanitari)…ti ringrazio per questa commovonte, toccante, ma quanto mai realistica ricostruzione di un momento che ha cambiato molte, troppe vite…

  12. Cara Emilia,
    noi che siam nati dal tuo ventre e siamo cresciuti tra le tue colline, nella tua pianura, da te abbiamo imparato a non mollare, testa bassa, testa dura.
    Da qualche parte, so che hai in fresco un’altra bottiglia di lambrusco, e tieni pronti – al sicuro – due, più altri calici di cristallo.
    A te, Emilia-Michela, brinderemo quando sarà. E sarà.

  13. Bellissima! Ti senti partecipe, noi siamo ai margini del sisma, niente danni strutturali, qualche crepa a qualche fastidio, ma tanti ns amici c’erano sopra, hanno perso case e capannoni, eppure vengono da noi al venerdi’ sera a brindare con le torte dell’Anna. Proprio ieri sono andato a Poggiorusco passando da Concordia, Cavezzo, Mirandola e Rovereto. Un disastro, ma l’Emilia ancora in piedi la vedevo in ogni persona che camminava per strada. Chiedi un informazione e prima di sentire la risposta vedi il sorriso. Emilia e’ una persona!

  14. Sono Augusto da Soliera ed ho letto il tuo meraviglioso racconto. Io per fortuna sono ai margini del sisma ma qualche cosa à fatto anche qua ,nulla a paragone di tante zone a me famigliari . Confesso che gli occhi mi luccicavano a leggere il racconto che tanto poi mi hà preso e se prima sembra un racconto astratto poi comprendi che di casa mia si parla ,ed è con molto orgoglio che ti ringrazio per la sensibilità con la quale hai creato Emilia ,la nostra Emilia che ogni giorno mi rende fiero di essergli compagno ,fratello ,amico ….. grazie e bravo Michele

  15. Io ho sposato quella ragazza, il nome Emilia,viene attraversata da una lunga arteria ke la da il nome e una speranza, noi barcoliamo ma non molliamo. un emiliano.

  16. mi chiamo Annarita e abito molto vicino a quella ragazza sò cosa ha provato e cosa prova anche oggi,paura,sconforto,impotenza,tristezza.poi tutto cambia e cominci a rialzarti a testa alta perche è solo guardando in faccia questi sentimenti che a muso duro vai avanti nonostante tutto, e lo fai per te per i tuoi figli e per la tua terra,ciao Emilia

  17. E’ un racconto bellissimo, mi ha riportato indietro a quella notte. Sono volontario della protezione civile’…purtroppo ho visto queste realtà. Bruno

    • Abito al centro del cratere, ho aiutato, confortato, ospitato, ma soprattutto ho avuto …. Ho avuto il sorriso, l’ abbraccio, ho avuto la speranza da chi aveva perso tutto. Oggi, bhe oggi e’ triste camminare in centro a Mirandola e toccare con mano il nulla, capisci che niente sarà come prima, che alzarsi da terra non e’ semplice, ma poi leggi questa “perla”, e capisci che qualcuno che ama questa terra c’è, e che non sei solo. Grazie di cuore. Barbara.

      • grazie daniela e grazie barbara di tutto cuore. è un grande onore ricevere queste parole. c’è una grande intensità in quello che avete scritto e sono onorato di averne fatto parte anche per pochi istanti.

  18. io ho vissuto 4 anni in piazza a Mirandola, mi piaceva tanto affacciarmi dalla finestra e guardarla di notte, d’estate e d’inverno avvolta nella nebbia. ce l’ho sempre nel cuore!
    Grazie Anna

  19. complimenti!!!veramente bella….anche io ho vissuto quei terribili momenti……abito fra s.agostino e s.carlo…..sarà una cosa indimenticabile…..e ..ho ancora tanta paura…….

  20. mi hai fatto piangere…sono di modena e quando e’ successo era all’ultimo mese di gravidanza. il mio amore e’ nato proprio al”ultima scossetta.sono stati giorni terribili,di terrore, di impotenza… ancora oggi guardo il mio bambino e i miei cari e penso che siamo stati fortunati e penso alle persone della bassa, molte delle quali hanno perso tutto, ai loro cari, ai loro bei paesi, alle loro feste,ai loro mercati. e penso a quanto sono stati bravi,a quanto SIAMO stai bravi, a tutte le persone che si sono rimboccate le maniche nonostante tutto e che ancora continuano a farlo, senza sosta, senza lasciarsi “piegare”. quando sara’ grande raccontero’ a mio figlio di quando e’ nato, di quello che e’ successo, delle persone che ci sono qua, della loro forza….
    Emilia e’ prorpio una ragazza unica.

  21. Bellissimo racconto, poco favola ma grande verità!Anche a Cento ho vissuto e sto vivendo momenti di tristezza….ma i vs commenti mi danno coraggio e sento in tutti voi la voglia di vivere, di ricominciare, di ricostruire e di ripartire….e sento quell’amore di cui tanto si parla,ma poco se ne trova in giro!Voi me lo avete dato.Grazie a Michele e a tutti voi.Ciao Emilia

  22. io sono romagnola, vicina di casa di Emilia ma con le stesse passioni e la stessa voglia di fare. ringrazio il Signore per la terra in cui vivo per la gente che vive cone me e che nelel vene ha davvero al passione che mette nelle cose che fa. orgoglio forte nel vedere questa gente rimboccarsi le maniche senza mai piangersi addosso, e nel momento del bisogno annullarsi per aiutare qualcun altro anzichè pensare solo a sè.
    grazie di cuore per queste parole.

  23. Sono passati ormai 10 mesi, ma nel mio cuore e nalla mia mente tuto è rimasto fermo ad allora.Non riesco a metabolizzare per me è un grande lutto.Leggendo non ho potuto trattenere le lacrime!Più il tempo passa e più realizzi ciò che è accaduto ciò che hai perso, lavoro e sacrifici di anni, e ne servono altri per sistemare ciò che in pochi secondi ho perso.Complimenti, bellisma e toccante.
    Fabrizia Mirandola

  24. Io abito a San giovanni del dosso a 1km dal confine e leggendo questo racconto mi fa tornare in mente ancora quei giorni terribili fatti di paura con il terrore di perdere tutto.ma noi siamo forti

  25. Leggendo queste righe mi sono emozionata ,mi si accapona la pelle, rivedo tutta quella polvere e sento le urla del paese come sembrare proteggerlo, apriamo gli occhi e vediamo solo macerie……..ognuno vuole salvare i propri cari, come io volevo salvare mio figlio bloccato in una stanza, come di magia i vigili del fuoco lo liberano e col viso gonfio dalle lacrime lo abbraccio……..la terra continua a tremare ma noi la vinciamo…………


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